Antonio Lora

Antonio LoraUna storia nell’Arte

copertina
a cura di Gilberto Perlotto “Gibo”logo-di-gibo-solo-grifo
Ringrazio Piero Rasia e Giorgio Rigotto
per la collaborazione
Tutti i diritti riservato all’autore

Libretto stampato in occasione del restauro del “Grifo”, effettuato da Gilberto Perlotto “Gibo” ed inaugurato l’1 ottobre 2016.
La meravigliosa opera di Antonio Lora, del 1870-72, è visibile per chi percorre la via 4 Novembre salendo verso la Chiesa di S.Andrea.
A mezza via, il “Grifo” appare maestoso, come stesse prendendo il volo e fosse lì un attimo solo per farsi ammirare.

Prefazione
Quando penso alla genialità del bisnonno Antonio Lora, alla sua espressione artistica, ammirandone le opere, mi assale una sorta di turbamento e mi chiedo come un uomo possa aver raggiunto livelli così eccelsi di pensiero e di maestria.
Ci vorrebbero pagine e pagine e fiumi d’inchiostro per raccontarne la vita, le opere, i riconoscimenti e premi giustamente meritati con duro lavoro e innata forza creativa.
La sua produzione Artistica, dopo più di un secolo, è ancora qui a trasmettere allo spettatore bellezza e spiritualità, impresse in opere plasmate nella dura materia con un profondo equilibrio tra gusto e poesia.
Ha creato, attraverso anni difficili, una scuola-bottega, dove si sono formati allievi che hanno portato avanti l’arte del ferro battuto in Italia e nel resto del mondo.
Nel corso degli anni e delle mie esperienze lavorative, ho avuto l’onore di restaurare alcune sue opere. Con estremo “pudore”, ho cercato di essere all’altezza di una tale responsabilità: mi riferisco agli interventi di restauro sui fregi di ferro e bronzo della cappella Tomba (2001-cimitero di Valdagno) e nel 2003, dell’Angelo sul campanile di Trissino e, non da ultimo, del Grifo di Casa Perlotto (2013-2016).
La realizzazione di questi restauri mi ha concesso di sfiorare con mano e sentire col cuore emozioni straordinarie. Mi ha insegnato la distinzione del sottile confine tra il saper fare e l’arte. Le sue opere, a distanza di anni, ancora trasmettono l’energia vitale dell’Artista che le ha prodotte.
Tante volte mi sono soffermato su particolari tecnici, su piccolissimi dettagli creati da un virtuosismo che supera l’immaginazione, che genera un’eccelsa simbiosi tra modus operandi e materia… il soffio della Creazione.
Io mi sento solo un “tassello” nella continuità artistica di chi mi ha preceduto: quattro generazioni che, di padre in figlio, si sono trasmesse l’amore per l’arte.
Ad Antonio Lora, Annio Lora, a mio nonno Angelo Perlotto, a mio zio Tito e mio padre Germano e a tutte le persone della famiglia che, per diritto, godono di questa straordinaria eredità Artistica… va la mia gratitudine.
Il Grifo restaurato ritorna nella sua sede. A quanti potranno nuovamente ammirarlo, dico di esserne fieri e gelosi, poiché il Grifo è così restituito al patrimonio Artistico dell’umanità.

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“Natura scolpì a forti tratti la sua testa caratteristica. Sotto le folte ciglia l’occhio vivissimo, dominatore. La fronte alta cogitabonda e il mento dantesco si fondono e si armonizzano in un sorriso rispecchiante l’ingegno e la bontà. E’un vero robusto faber clavarius…”
(da uno scritto del Parroco di Trissino don Antonio Perin, 1920)

BREVE BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
Antonio Lora nasce a Trissino giovedì 29 ottobre 1835.
Ancora giovane, a Vicenza, apprende la tecnica dell’intaglio ligneo, a Verona e a Venezia quelle di fonditore e cesellatore. L’arte del ferro battuto occupa gli ultimi anni della sua attività.
Molti suoi lavori si trovano nelle ville Colleoni, Arrivabene, Quirini, Biego, Fogazzaro, altri in chiese di Vicenza, Valdagno, Malo, Schio, Cologna, Torino e Roma. Cancellate e monumenti funebri li ritroviamo nei cimiteri di Venezia, Torino, Genova, Milano e Pisa. Alcuni lavori sono giunti fino a Bogotà (in Columbia), a San Pietroburgo e a Vienna.
Tutte le sue opere sono nate nella bottega situata all’ombra della chiesetta del Motto, ora proprio ‘Via Antonio Lora’, a Trissino. Le opere hanno lasciato quell’ombra per raggiungere le città dell’Europa e hanno varcato i mari per illuminare collezioni pubbliche e private di mezzo mondo.
L’Artista partecipa con successo a numerose mostre e manifestazioni nazionali e mondiali. E’ premiato con diversi riconoscimenti: tra i più indicativi ricordiamo quello all’Esposizione di Verona (1868), quello di Vicenza (1871), alcuni alle Internazionali di Londra (1870), Vienna (1873) e Torino (1884), uno al mondiale di Chicago (1893), alle Internazionali di Parigi (1900) e di Roma (1911).
La Sua Arte entra nei palazzi di Mosca e di Vienna con opere commissionate dallo zar Nicola II e dall’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria.
Possedeva il “libretto di scorta”, marcato n° 1, rilasciato dal Governo Austriaco. Documento che gli concedeva di girare liberamente in tutti gli Stati italiani ed esteri. In caso di bisogno, avrebbe ricevuto ogni necessaria assistenza. Nel 1914 gli è conferita la Medaglia d’oro al Merito di Cavaliere del Lavoro.
Muore a Trissino nel 1922, all’età di ottantasette anni.

Molte sono le opere di Antonio Lora presenti sul territorio trissinese, prima fra tutte l’Arcangelo S.Michele sul campanile della Chiesa dedicata a Sant’Andrea. Nella stessa Chiesa sono suoi anche: la cupola di bronzo del fonte battesimale, la splendida corona di ferro che sovrasta l’altare maggiore, due finissimi cancelli, uno nella cappella battesimale e l’altro all’accesso dell’altare maggiore; le lampade e i bracciali di ferro dorato (del Santissimo), e la grande Croce posta sulla cupola. Per ricordare altre sue opere a Trissino, citiamo anche il grande Grifone di ferro in Via 4 Novembre, alcune ringhiere di poggioli di case private e numerose croci e lapidi nel cimitero. E come non segnalare gli stupendi oggetti per la casa: attaccapanni, fioriere, cornici, specchiere in felice connubio tra mazzi di fiori e classiche volute. Opere conservate in collezioni private di famiglie trissinesi.

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MOSTRE ED ESPOSIZIONI (tra le più significative)
1868 – Verona                                                                              Bronzo
1870 – Londra                                                                              Croce al merito
1871 – Vicenza Esposizione regionale veneta         Bronzo
1873 – Vicenza Esposizione italiana                              Argento
1873 – Vienna
1884 – Torino Esposizione gen. italiana                      Menzione d’onore
1884 – Parigi Esposizione italiana                                  Bronzo
1886 – Roma 2^ Esposizione industr. artistica        Bronzo
1888 – Londra  Esposizione italiana                               Diploma d’onore
1889 – Verona  Esposizione industriale                      Argento
1892 – Vicenza Mostra di arte applicata                    Att. benemerenza
1893 – Chicago Esposizione universale                      Bronzo
1900 – Verona  Esposizione industriale                      Argento
1900 – Parigi Esposizione universale                           Bronzo
1906 – Venezia Esposizione edificatoria                    Argento
1908 – Vicenza Espos. veneta arte decorativa       Argento
1909 – Lonigo Esposizione agricolo industriale    Argento dorato
1911 – Roma
1922 – Vicenza Esposiz. Arti decorative delle Tre Venezie
Diploma di Merito

IL RESTAURO DEL GRIFO
Alcuni cenni storici.
Da ricerche effettuate, non si conosce la data precisa dell’anno di realizzazione dell’opera. Seguendo un filo cronologico e fotografico dell’epoca, l’anno può essere collocato tra il 1870 e il 1872, considerato che l’opera rientra nell’elenco di quelle esposte in mostra a Vienna nel 1873.

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Una foto del 1872 mostra il Grifo collocato sulla facciata della bottega di Antonio Lora in località Motto a Trissino

Dopo la morte dell’artista, nel 1923 il Grifo è stato affisso sulla facciata di Casa Perlotto, in Via 4 Novembre, nella sede attuale e, salvo che per qualche intervento pittorico conservativo dell’edificio, non ha più subito spostamenti.
Il restauro del Grifo ha comportato un lungo e laborioso lavoro poiché molto dell’opera era compromesso: molte parti erano mancanti e altre, nel corso degli anni, si erano deteriorate. La ragione principale del degrado è da attribuirsi al materiale impiegato di spessore troppo sottile. Tale scelta ha causato importanti trasformazioni strutturali dovute alla lunga esposizione ad aggressivi agenti atmosferici.
Pur avendo già eseguito personalmente, nel 1993, un primo restauro conservativo, ho dovuto provvedere nuovamente in maniera più incisiva a un successivo restauro innovativo. Con il termine ‘restauro innovativo’ mi riferisco al rifacimento di tutte le parti mancanti e al consolidamento della struttura scheletrica portante.
Sia gli elementi di rivestimento (squame, fogliame, trafori ecc.), sia la parte strutturale erano irrecuperabili. Ho deciso, pertanto, di smontarne tutti gli elementi, schiodandone ogni singolo particolare e di catalogare singolarmente ogni pezzo. Ho sostituito, quindi, numerosi elementi della gabbia scheletrica per consolidarne la struttura.
Ho riprodotto in ferro, utilizzando le tecniche di lavorazione originali di sbalzo e cesello, circa 270 elementi di forme e dimensioni varie, appartenenti sia al Grifo sia al lampadario collegato. Il lavoro è durato ben quattro mesi, dal febbraio al maggio del 2013.
La colorazione di finitura è stata ottenuta con un procedimento di micro-sabbiatura, zincatura a fuoco, fondi epossidici e neri micacei (omologazione 342/legge 34 SBA).

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Dati tecnici:
Il Grifo è un’opera di ferro.
Misura 234x198x120 cm
Peso 138 kg
Nel lampadario sono presenti dodici vetri policromi, rifatti simili agli originali dalla vetreria Nason di Murano–Venezia nel 2015.
Realizzata da Antonio Lora tra il 1870-1872.
Restaurata da Angelo Gilberto Perlotto “Gibo” tra il 2013 e il 2016.
Collocata dopo il restauro nella sua sede originale nel 2016.

Seguono alcune foto del restauro:

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Lettera di Grifo ad Antonio Lora
(di Giorgio Rigotto)

Caro Antonio,
                              è il tuo Grifo che ti scrive dagli esterrefatti mondi che tu ed io conosciamo.
Da quel 1872 sono passati centoquarantaquattro anni.
Sapevo che per questo mio compleanno avrei volato ancora, che la mia luce avrebbe illuminato questa strada, che il piumaggio avrebbe folgorato nel sole e brillato sotto la luna.
Ti ricordi, Antonio, quanto eri giovane quando io, nell’ombra della tua bottega, nascevo dalla fantasia e dalle tue dita.
Il pronipote Gilberto, che ho imparato a conoscere, scrive che eri animato da soffio creativo. Io lo avvertivo quel soffio mentre mi facevi nascere e mi sfiorava il tuo entusiasmo, la tua genialità. Mi lavoravi con carezze di padre.
M’inventavi giorno per giorno ed io mi sentivo come fossi un poco di te, del tuo cuore e della tua anima.
Antonio, devo confessarti che ero orgoglioso di essere bello e originale. Mi rendevo conto che dall’originalità nascono i miti. E arrossivo stupito nelle lamine sottili.
Il tempo geloso mi aggrediva inesorabile ed io mi sentivo stanco, affaticato, la vita che mi avevi dato si stava sgretolando sotto il cielo di Trissino e briciole di me cadevano sulla strada.
In Cina dicono che la forgia e il forgiatore entrano in comunicazione con il cielo. E qualcosa dev’essere accaduto.
Di notte sognavo che qualcuno sarebbe arrivato a salvarmi.
Poi un giorno mi sono trovato tra le braccia di Gibo, novello Tubalkain, un pronipote che non hai conosciuto, ma che ti ama, lontano nel tempo, ma vicino nella navigazione del cuore.
E’ Gibo che mi ha fatto volare ancora.
                                                                                 Il tuo Grifo